Refashion, una vera e propria challenge creativa
Non si tratta di stravolgere nulla, perchè piccole, ma significative modifiche possono riportare alla vita abiti dimenticati.
Refashion e upcycling sono termini sempre più noti, non solo agli anglofoni, ma anche a tutti coloro che sono sempre più propensi a rigenerare vecchi abiti in nuovi capi o accessori. La popolarità di queste espressioni denota una crescente tendenza a dare nuova vita a indumenti riposti in cantina o nelle soffitte. Tante le ragioni determinanti per una nuova cultura dell’abito, ispirata sempre più alla personalizzazione e alla creatività. Ma la rigenerazione di abiti e indumenti è coerente con la sensibilità delle nuove generazioni verso la cultura eco friendly e la sostenibilità ambientale. Senza dimenticare la riscoperta del vintage, così come il desiderio di inserire dettagli retro anche su abiti adatti all’uomo e alle donne del ventunesimo secolo. Il refashion rappresenta dunque una sorta di challenge creativa anche per i professionisti nell’ambito sartoriale, che da sempre cercano di rivitalizzare vecchi abiti mettendo in luce i dettagli migliori.
Refashion: nuova vita ai nostri capi
Il refashion impone un ripensamento di ciò che si credeva pronto per essere gettato via. Perché il fondo di un armadio può essere ben più profondo di quanto non si pensi, e celare maglioni o camicie che, rimodernati, potrebbero essere abbinati a gonne e pantaloni. Stringere fianchi, maniche di giacche o cappotti sono operazioni di routine, alla base di riparazioni ordinarie, ma possono ispirare anche nuove idee e nuove proposte. Così oltre a forbici, ago e filo, largo spazio a borchie, perle, strass o bottoni di colori diversi. Nelle mani di abili sarte e sarti una giacca bianca diventa un altro capo. Bastano stoffe con stampe colorate e pattern floreali perché un capo forse fin troppo sobrio si trasformi in un abito vivace e con carattere. Non si tratta di stravolgere nulla, i tanti esempi del refashion suggeriscono piuttosto piccole, ma significative aggiunte capaci di riportare alla vita abiti dimenticati.
Grazie a un guizzo creativo in più, la creatività fa rima con sostenibilità oltre ogni misura.
Una sfida creativa, e sostenibile
Il mix and match è uno dei principi saldi nell’ambito della rigenerazione dei capi che non intendiamo più gettare via. Un look fresco, dal sapore unico, può essere indicativo di una personalità che non si accontenta dei trend della moda. Una filosofia del proporre piuttosto che dell’imporre, un concept caro a chi ama sperimentare più che copiare. Dai Jeans che diventano shorts a vecchie maglie che diventano top alla moda, l’upcycling non è solo la risposta alle istanze creative, ma anche alle istanze ambientali. Molti utenti ancora sottovalutano quanto l’industria della moda di massa incida sul consumo di risorse come l’acqua. Ogni volta che si allungano t-shirt o gonne troppo corte, contribuiamo più o meno inconsapevolmente alla tutela dell’ambiente e del nostro futuro. Ancor di più quando il refashion suggerisce idee solo apparentemente bizzarre, ma che il più delle volte funzionano.
Il contributo dei sarti per il refashion
Esistono casi di persone che hanno convertito un vecchio paio di jeans in grembiuli, o un maglione in un paio di guanti. A dimostrazione che la creatività davvero non ha limiti, e che proprio grazie a un guizzo creativo in più, la creatività fa rima con sostenibilità oltre ogni misura. Naturalmente, non sempre una buona manualità che tragga ispirazione da un’idea è sufficiente a rigenerare un vecchio capo in disuso. Con il passare del tempo, occorre tener presente che il corpo cambia e quindi occorrono mani particolarmente esperte per porre rimedio. Rivolgendosi a una sartoria dove lavorano veri professionisti, quintessenza del più autentico made in Italy, maglie o pantaloni oversize tornano ad essere capi aderenti. Dal tocco snello e slanciato. Ovviamente sarte e sarti possono suggerire piccoli accorgimenti per sfruttare accessori come sciarpe o cinture, evidenziando bellezza e unicità che si annidano tra le trame di un vestito.
La valorizzazione attraverso il refashion permette a chiunque di sfogare la propria capacità inventiva, dar retta a nuove esigenze
Una nuova vita per i capi sempre possibile
Quando si parla di upcycling e rigenerazione di abiti, c’è una tendenza che spicca più di altre: l’idea che il refashion riguardi solo il guardaroba. Niente di più lontano dalla realtà; esistono altri modi per dare nuova vita a maglioni, camicie e pantaloni dimenticati nel vano di un armadio. D’altronde, anche in passato c’era l’abitudine di ritagliare pezzi di tessuto per trasformare vecchi componenti d’arredo come federe di cuscini o tende in qualcosa di nuovo. Pertanto, la casa si trasforma nello spazio ideale per reinventare e ricordare, dato che esistono capi più speciali di altri. La valorizzazione attraverso il refashion permette a chiunque di sfogare la propria capacità inventiva, dar retta a nuove esigenze e, al contempo, tutelare sé stessi dai rischi legati a inquinamento e dispersione delle risorse. Una declinazione nell’ambito dell’economia circolare che punta su etica e condivisione, per rilanciare e rimodellare una nuova definizione di comunità.